Le malattie cerebrovascolari sono patologie del sistema nervoso centrale provocate da alterazioni della circolazione sanguigna, quali occlusioni dei vasi da parte di un trombo o di un embolo, rotture o alterazioni anatomofunzionali della parete dei vasi, aumento della viscosità del sangue o modifiche di altre sue
caratteristiche.
La sintomatologia varia a seconda delle cause, dell’area cerebrale colpita, nonché della durata del deficit circolatorio (temporaneo o permanente).
Le malattie cerebrovascolari più frequenti sono l’ictus ischemico (circa l’80% degli eventi cerebrovascolari acuti), l’emorragia intracerebrale (15-20%), l’emorragia subaracnoidea (3-5%) e gli eventi cerebrovascolari acuti mal definiti (1-3%).
A livello mondiale le malattie cerebrovascolari sono la seconda causa di morte e la terza causa di disabilità oltre a essere responsabili di circa un decimo degli anni persi per morte prematura o disabilità (disability-adjusted life years, DALY). Sono anche responsabili di un considerevole carico sociale (burden) per il paziente e per i familiari che lo assistono.
In Italia l’ictus è la principale causa di disabilità nell’adulto e la seconda causa di demenza, con perdita di indipendenza nelle attività quotidiane; nel 35% dei pazienti colpiti da ictus, globalmente considerati, la residua disabilità è grave.
Possibili esiti di un ictus cerebrale sono: riduzione di motilità e forza di grado variabile di un lato del corpo (metà inferiore del viso, braccio e/o gamba); difficoltà di deambulazione; incapacità di compiere correttamente dei gesti in assenza di paralisi (aprassia); disturbi del linguaggio (afasia, disartria); disturbi della deglutizione; disturbi della sensibilità e della percezione, ad esempio del senso del tatto o della percezione della temperatura; disturbi della vista, ad esempio visione doppia (diplopia) e disturbi del campo visivo (emianopsia); disturbi della memoria;
cambiamenti emozionali.
L’ictus cerebrale costituisce, pertanto, un’importante problematica a livello di salute pubblica, il cui impatto causa notevoli conseguenze, non solo sulle condizioni cliniche delle persone colpite, ma anche sulle loro famiglie e sui caregiver e comporta un rilevante costo economico e sociale con perdita della produttività individuale.